In questi ultimi anni sempre più prodotti da agricoltura biologica sono arrivati nelle nostre tavole, grazie anche alle grandi catene della distribuzione che si sono adeguate alle nuove necessità del consumatore e del Pianeta in generale.
Pertanto scegliere l’agricoltura biologica è ormai considerata una pratica equilibrata e rispettosa dei cicli di vita naturali perché non prevede l’utilizzo di prodotti esterni dannosi per la salute degli animali e degli ecosistemi.
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Differenza tra agricoltura biologica e agricoltura industriale
Generalmente l’agricoltura industriale controlla miliardi di ettari che vengono trattati con pesticidi e composti derivati dal petrolio.
Per lo più sta portando all’esaurimento delle risorse naturali, distruggendo vegetazione e fauna e rilasciando emissioni tossiche, che hanno effetti visibili sul clima, sull’ambiente e sulle comunità.
Perciò le differenze principali tra l’agricoltura biologica e convenzionale riguardano l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica, ovvero prodotti fitosanitari realizzati tramite processi industriali, in laboratorio.
Un prodotto fitosanitario viene utilizzato per proteggere i vegetali da tutti gli organismi nocivi oppure per influire sui suoi processi vitali.
Nell’agricoltura biologica si utilizzano invece fitosanitari che non contengono sostanze di sintesi ma di origine organica e naturale.
Il termine stesso, agricoltura biologica, indica infatti un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali: viene escluso l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica presenti in diversi concimi, insetticidi, diserbanti, anticrittogamici, pesticidi e farmaci e di OGM, ovvero Organismi Geneticamente Modificati.
In questo modo si cerca anche di evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali – in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria – utilizzandole invece all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.
Si differenzia così per la scelta consapevole di non utilizzare sintesi pericolose per la salute di persone e ambiente, né modalità agricole irrispettose dei diritti degli animali e dei cicli biologici degli ecosistemi naturali.
Riassumendo, possiamo definire l’agricoltura biologica come un tipo di agricoltura ecologica e biologica che sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuovendo la biodiversità delle specie domestiche ed escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi e OGM.
Obiettivi dell’agricoltura biologica
Questo sistema di produzione agricola e i suoi principali obiettivi sono definiti dalla Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica.
Gli obiettivi si dividono principalmente in:
- trasformare le aziende in un sistema agricolo autosufficiente attingendo alle risorse locali;
- salvaguardare la fertilità naturale del terreno;
- evitare ogni forma di inquinamento determinato dalle tecniche agricole;
- produrre alimenti di elevata qualità nutritiva in quantità sufficiente.
Per perseguire questi obiettivi nella pratica biologica non si utilizzano solamente fertilizzanti naturali, ma si praticano anche rotazioni colturali.
La rotazione delle colture permette di non coltivare per più stagioni consecutive lo stesso ortaggio nello stesso terreno, evitando così ai parassiti di di trovare un ambiente favorevole per il loro sviluppo.
Inoltre in difesa da parassiti si interviene con sostanze e interventi naturali come la coltivazione contemporanea di piante diverse, l’una sgradita ai parassiti dell’altra.
Infine gli animali sono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e nutriti con mangimi ottenuti secondo i principi dell’agricoltura biologica, evitando tecniche di forzatura della crescita e metodi di allevamento intensivo.
I vantaggi dell’agricoltura biologica
Nonostante i vantaggi dell’agricoltura biologica siano numerosi, possiamo individuarne diversi:
- ha un minore impatto ambientale;
- viene rispettato il ciclo naturale delle stagioni;
- è incentrata sulla sostenibilità;
- protegge la nostra salute e quella dell’intero ecosistema;
- lascia un suolo in migliore salute e più fertile;
Tuttavia è stata al centro di dibattiti e critiche che richiamano soprattutto la sua sostenibilità su larga scala in quanto per una coltivazione bio sono richiesti spazi maggiori.
Inoltre, in alcuni casi, l’impossibilità di usare diserbanti, rende necessario un maggior numero di lavorazioni meccaniche e per certe colture queste diventano impegnative sia economicamente sia energeticamente.
Come riconoscere i prodotti di origine biologica
Da luglio 2010 i prodotti di origine biologica devono riportare l’etichetta Euro-leaf, ovvero il logo europeo obbligatorio che aiuta a riconoscere questa categoria di prodotti.
Affinché possa essere certificato con il logo bio il prodotto deve soddisfare determinati requisiti, tra questi:
- almeno il 95% degli ingredienti devono derivare da agricoltura biologica;
- deve portare il nome del suo produttore/preparatore/venditore;
- deve essere conforme alle regole del sistema di controllo e certificazione.
Per far sì che i requisiti europei vengano soddisfatti è stato istituito un sistema di controllo.
L’agricoltura biologica in Italia
L’Italia è uno dei paesi leader nella produzione biologica europea.
Secondo i dati raccolti dal Sinab, nel 2018 le coltivazioni bio in Italia sono cresciute del 3% rispetto al 2017, arrivando a un totale di 2 milioni di ettari di colture biologiche.
Nel 2018 infatti la superficie biologica in Italia faceva parte del 15,5% della superficie agricola nazionale utilizzata mentre la media europea del 2017 era solo del 7%.
Si tratta perciò di un dato molto interessante e che fa ben sperare nel suo continuo aumento.