L’insieme di eventi atmosferici che stanno coinvolgendo il mondo intero e movimentando le masse sono i primi segni del cambiamento climatico in atto.
Le cause sono comprovate scientificamente, mentre le conseguenze si spera siano molto meno gravi di quanto si sta ipotizzando. Per questo l’uomo può dare un grande contributo pratico affinché l’avvento degli effetti sia rallentato il più possibile.
Per ora è impossibile pensare che il tutto si annulli con qualche azione radicale, ma col tempo è possibile che la natura possa risanarsi grazie alla sua forte resilienza e che l’intero ecosistema trovi nuovamente il suo equilibrio.
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I principali cambiamenti climatici
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ai più gravi risvolti che la natura possa riservare a questo cambiamento.
Eventi spaventosi stanno piano piano riscrivendo la storia della terra e le previsioni per il futuro cancellano dalle mappe numerose città e foreste intere. Tra quelli più tangibili troviamo gli eventi meteorologici più estremi:
- la variazione delle temperature stagionali;
- la mutazione dei venti;
- grandi incendi;
- l’innalzamento del livello del mare;
- le abbondanti alluvioni e frane.
Gli eventi climatici disastrosi sono sempre esistiti è vero, ma l’aumento della frequenza con il quale questi episodi avvengono fa capire che l’origine è legata a qualcosa di più invadente.
La cause
La causa a cui tutti fanno riferimento quando si parla di cambiamenti climatici è il riscaldamento globale dovuto all’effetto serra, ma non si può imputare l’unica causa a una cosa invisibile e esterna alle azioni dell’uomo.
L’essere umano è il primo manipolatore della natura e negli anni ha cambiato la sua struttura per adattarla alle proprie esigenze:
- dove c’era una foresta ora sorge una piantagione;
- dove c’era un fiume nasce una città;
- dove c’era l’aratro oggi c’è il trattore;
- dove c’era terra ora c’è l’asfalto;
- dove c’erano vetro e ceramica oggi c’è la plastica.
Gli esempi fatti non basteranno mai per riassumere l’infinita lista di cambiamenti avviati dall’uomo, ma possiamo identificare le principali cause con la deforestazione e l’abuso di fonti fossili come il petrolio.
Inoltre contribuiscono all’aumento delle emissioni nell’atmosfera anche lo sviluppo eccessivo dell’allevamento di bestiame (che produce metano in grandi quantità) e l’utilizzo di fertilizzanti azotati e di gas fluorurati.
Anche se in piccole quantità anche l’emissione di questi gas incidono sulla salute della Terra, per questo la legislazione dell’UE ne prevede la graduale eliminazione.
Le conseguenze
Durante i primi anni del Novecento, successivamente all’industrializzazione, iniziano a vedersi i primi cambiamenti atmosferici. Nel 1896 il chimico svedese Svante Arrhenius fu il primo a accorgersi dell’aumento della temperatura terrestre di 3°C per via del raddoppio della CO2 nell’atmosfera.
Le cause erano facilmente riconducibili a origini antropiche per via dello sviluppo industriale del tempo e la situazione negli ultimi decenni non è cambiata.
L’implementazione delle quantità di gas serra nell’atmosfera infatti ha chiuso definitivamente il passaggio ai raggi infrarossi creando una vera e propria serra dove la temperatura sale a dismisura.
Così iniziano a succedersi le conseguenze più visibili all’occhio umano:
- siccità e desertificazione;
- minore umidità nell’aria;
- estinzione di importanti ecosistemi;
- cambiamento dei venti e delle pressioni atmosferiche;
- scioglimento dei ghiacciai;
- inondazioni e maremoti;
- acidificazione degli oceani.
Il futuro del pianeta
Nella più catastrofica delle visioni il mondo di domani sarà ricco di problemi legati all’ambiente dovuti a ciò che l’uomo sta creando oggi:
- in mare i pesci saranno sostituiti dalla plastica;
- livelli altissimi di anidride carbonica nell’aria;
- temperature eccessivamente elevate;
- sterilità del suolo;
- perdita di insetti impollinatori;
- crisi idriche e alimentari;
- migrazioni di massa;
- conseguenze sulla salute;
- poche aree abitabili del pianeta;
- tensioni e conflitti nella popolazione.
Uno scenario non tanto distante dalla realtà, ma l’esempio estremo potrebbe aprire gli occhi sull’emergenza climatica in cui siamo immersi.
L’effetto dei cambiamenti climatici sul pianeta è stato analizzato dal più importante organismo scientifico delle Nazioni Unite, l’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC: dagli studi si deduce che la temperatura atmosferica media supererà il grado e mezzo entro il 2030.
Per questo non si parla più un semplice cambiamento, ma di una vera e propria emergenza. Se non si cambia al più presto la situazione si potrebbe verificare uno scenario più disastroso con l’aumento della temperatura fino a 5 gradi entro il 2100.
Le soluzioni
Una delle più recenti azioni politiche per il clima è stato l’accordo di Parigi del 2015, nel quale 195 Paesi si sono impegnati per la riduzione dei gas serra per mantenere la temperatura al di sotto dei 2 gradi entro il 2050.
Le Nazioni che hanno preso in carico questa responsabilità stanno già puntando al cambiamento tramite nuovi investimenti per la propria terra:
- utilizzo di energie rinnovabili in sostituzione dell’energia fossile;
- miglioramento dei trasporti pubblici con reti elettriche;
- riforestazione delle zone disboscate;
- supporto all’agricoltura per l’utilizzo di metodologie meno dannose.
Queste sono le azioni che i governi possono attuare per far fronte all’emergenza climatica, ma anche noi possiamo fare del nostro meglio per aiutare l’ambiente ricordandoci che la Terra è casa nostra e dobbiamo rispettarla.
Che si voglia credere o meno nell’autenticità di Greta Thumberg ciò che dice è reale e sta accadendo sotto i nostri occhi. Il cambiamento è possibile e finora l’uomo lo ha attuato contro la natura, da domani è necessario agire per la natura.